di Filippo Zanetti, membro della direzione PS Lugano

In queste ultime settimane la campagna per il referendum sulla tassa sul sacco (denominata sulla scheda di voto “Tassa cantonale sul sacco”) si è fatta sempre più serrata. Lugano è il perfetto esempio per spiegare che effetti avrebbe l’introduzione della tassa sulla popolazione, sul riciclaggio e sulle finanze comunali.

Pacifica e oltremodo dimostrata da esperienze pluriennali di comuni legalitari è la diminuzione di produzione di immondizia e l’aumento della materia riciclata. Evidenti quindi l’effetto benefico sull’educazione al rispetto dell’ambiente verso i cittadini e un risparmio, anche importante, per tutte quelle persone rispettose e attente al tema rifiuti. Infatti, in base alle proiezioni del Cantone, in quasi tutti i comuni verrebbe premiato ancora di più, grazie ad una diminuzione della tassa base, l’utente corretto e attento al giusto riciclaggio dei propri scarti.

Molto più discusso è invece l’impatto sulle finanze comunali, che viene definito neutro. Lo sarà per quasi tutti i comuni ma non per quello di Lugano!

Infatti la situazione è molto diversa, poiché attualmente il Comune ai piedi dei Denti della Vecchia copre il costo dello smaltimento dei rifiuti con le imposte ordinarie comunali, ovvero con il moltiplicatore d’imposta, spendendo circa 8 milioni all’anno.

Il più grande comune del Ticino, se la tassa sul sacco venisse approvata, vedrebbe così un introito milionario generato dall’introduzione della tassa e un notevole risparmio grazie al minor costo del servizio, il tutto stimato in circa 2-3 punti percentuali di moltiplicatore.

Ed è proprio qui che si gioca una partita importante, poiché il cittadino di Lugano, anche colui che già attualmente riserva una forte attenzione alla gestione delle spazzature, se venisse accettata la legge, sarebbe assoggettato ad una vera e propria nuova tassa.

Il quesito di fondo che si stanno ponendo i Luganesi è quindi se il Comune manterrà quel rapporto di fiducia tra istituzioni e popolazione. In altre parole, se non approfitterà dell’introduzione di questa tassa – giustificata, giusta e sacrosanta – per aumentare ulteriormente il carico nei confronti dei cittadini.

Importante è che il Municipio e il Consiglio Comunale si profilino verso un ragionevole abbassamento del moltiplicatore per mantenere finanziariamente neutra questa operazione che introduce il principio: “chi inquina paga”.

È evidente che se questo passo non verrà preso in considerazione ci si aspetta che questo ulteriore gettito non finisca nel calderone del LAC, dell’aeroporto, o in altri megaprogetti!

Fondamentale sarà infatti un aumento del servizio al cittadino in materia di rifiuti come ad esempio: la raccolta capillare del verde, ovvero le risultanze umide di produzione casalinga che attualmente molti nuclei famigliari sono obbligati a gettare nell’immondizia, garantendo così a molti cittadini un importante risparmio, potendo separare con facilità anche questo scarto.

Sarebbe inoltre opportuno che i rimanenti introiti vengano impiegati per tutti quei progetti, definiti dal Municipio giusti e necessari, ma mai attuati per mancanza di fondi, tra i quali, solo a titolo di esempio: i BUXI e il potenziamento del trasporto pubblico nelle periferie del Comune, le mense scolastiche e i doposcuola e i sempre più indispensabili appartamenti a pigione moderata!

Domenica 21 maggio votiamo quindi un Sì convinto all’introduzione della Tassa sul sacco, anche come Luganesi!