La riforma fiscale proposta in votazione il prossimo 9 giugno è ingiusta innanzitutto perché farà aumentare le disparità fra la maggioranza della popolazione e un piccolo numero di persone molto ricche. I favorevoli affermano che se non verrà accettata la riforma, aumenteranno le imposte per tutti. Ciò è solo parzialmente vero.

In caso di bocciatura, gli aumenti per i redditi bassi, medi e medio alti saranno nulli o impercettibili. Se passerà, succederà quanto avvenuto con gli sgravi fiscali negli anni Novanta. Allora i Comuni si sono visti ridotte le entrate e hanno dovuto alzare il moltiplicatore, vanificando l’obiettivo che si era posto il Cantone. Le tasse complessive alla fine sono restate più o meno uguali per tutti. Il Cantone ha però perso per decenni molte entrate e oggi ha difficoltà nel rispondere ai bisogni crescenti della maggioranza della popolazione, che ha un reddito medio tra i più bassi in Svizzera. Molti giovani partono per la Svizzera interna e addirittura i ticinesi vanno ad abitare in Italia per beneficiare di un costo della vita accettabile. Le persone benestanti possono invece decidere liberamente dove domiciliarsi o lavorare e il fisco non è l’unico criterio di questa scelta. Per loro l’attrattività è data anche e soprattutto dalla sicurezza, dalle possibilità imprenditoriali, dalle offerte immobiliari, dalla qualità di vita e dalla qualità dei servizi pubblici. Anche se la nostra aliquota per i ceti benestanti resta tra le più alte in Svizzera non è poi così decisiva. In Ticino abbiamo una percentuale molto alta rispetto al resto della Svizzera di persone sulla soglia della povertà. Non saranno gli sgravi previsti che li aiuteranno a sbarcare il lunario. Mentre in caso di sì alla riforma, come avvenuto trent’anni fa, le finanze comunali saranno in difficoltà e avranno meno possibilità di investire, di aiutare le fasce più deboli e di promuovere aiuti per attività economiche a livello locale. Sarà un ulteriore colpo che si sommerà a quello già previsto dalla riforma fiscale decisa a livello federale, che solo a Lugano farà perdere 20 milioni di entrate all’anno.

No a una riforma fiscale ingiusta che favorisce chi guadagna più di 400’000 fr. all’anno e che mette alle strette i Comuni.

Cristina Zanini Barzaghi, granconsigliera Lugano