di Daniele Alves, membro di direzione

Da settimane sono affissi per la città alcuni cartelloni della polizia che hanno come slogan “Il rispetto non ha età”. Si tratta di una campagna che mira a sensibilizzare giovani e meno giovani alla tolleranza reciproca, con un riferimento particolare ai rumori notturni.

La città di Lugano non si è dimostrata per nulla originale con questa uscita, probabilmente costosa e poco efficace, che rappresenta i giovani in una maniera estremamente caricaturale e stereotipata, dimostrando per l’ennesima volta l’assenza di una reale conoscenza del mondo giovanile.

I cartelloni hanno appunto come obiettivo comunicare anche alla fascia maggiormente giovane della città ma credo che il risultato, parere espresso da diretto interessato, sia poco positivo. Le insegne si limitano unicamente a chiedere ai cittadini tolleranza, concetto assolutamente condivisibile ma questo non va ad affrontare i reali problema di Lugano verso i giovani: la mancanza di spazi e luoghi di aggregazione, problematiche sicuramente non nuove.

I fondi utilizzati per questa campagna “di sensibilizzazione” che assume per certi aspetti delle caratteristiche paternali potevano sicuramente essere investiti in progetti che realmente avrebbero toccato la popolazione da vicino, ascoltando le necessità dei cittadini e dei quartieri, poiché ricordiamoci che la Città non si deve limitare a considerare unicamente Lugano centro, ma tutte le parti che la compongono.

Inoltre, una campagna di sensibilizzazione efficace dovrebbe essere fatta direttamente a contatto con la popolazione, attraverso quel dialogo tra istituzioni e cittadini che in questi ultimi tempi sembra essere spesso utopia. Trovo invece importante che, ad esempio, la polizia stia a contatto diretto con la popolazione e non isolata nelle volanti creando in questo modo, con i giovani in particolare, una distanza per nulla positiva per il clima cittadino.