Il comune di Lugano in questi ultimi vent’anni è più che raddoppiato. Dalle prime aggregazione del 2004 (Gandria, Pregassona, Breganzona, Viganello, ecc), fino al 2013 (Carona, Cadro, Sonvico, Valcolla, ecc), Lugano ha vissuto un decennio di fusioni comunali e espansione senza precedenti.

Con il cambio del Sindaco ci siamo calmati; si è detto e ribadito che sarebbero stati gli anni del consolidamento della “frenetica” aggregazione. Bene, dopo 7 anni di consolidamento, ciò che si vede è un po’ poco (o meglio, non sufficiente per rispondere alle aspettative di chi vive in un ex comune “assorbito”). Quelli che una volta erano piccoli comuni, oggi assumono le sembianze di periferia, anche un po’ trascurata.

La sfida che dobbiamo affrontare e vincere è quella della realizzazione di un nuovo Piano regolatore unificato di Lugano (che oggi, tanto per darsi un tono, chiamano “Masterplan”). Questa è l’occasione per ripensare Lugano in modo più organico, ma non solo, è anche l’occasione per ridefinire ruolo e paesaggio degli ex comuni, oggi quartieri. Decidere che attività residenziali costruire (per esempio di alto standing o meno), quali infrastrutture per il tempo libero: dal culturale allo sportivo, avere sul territorio.

Ebbene, la sfida del cosiddetto Masterplan dovrà essere affrontata da tecnici e politici, tuttavia dovrà essere anche indispensabile il coinvolgimento della popolazione. Ma non solo. Questa è l’occasione per rivedere la “zonazione” della città; in primis ripensando le manifestazioni ricreative, oggi per la stragrande maggioranza pensate ed organizzate in centro, che invece devono essere maggiormente “ridistribuite” sul territorio.

Lugano dal 2004 al 2013 si è fatta grande, ora bisogna fare una grande Lugano, ma non Lugano-centrica, più organica, più attenta al verde pubblico, abile nell’ottimizzare la capacità residenziale (costruendo anche in altezza, non solo in larghezza), più attenta alle attività (anche commerciali) dei diversi quartieri.

Filippo Zanetti, membro direzione PS Lugano