4 SÌ nelle votazioni cantonali

Le votazioni cantonali del 10 febbraio 2019 concernono quattro modifiche della Costituzione della Repubblica e del Canton Ticino. Sono modifiche sostenute dal PS e da tutte le forze politiche (a parte l’ultima contestata da Lega-UDC).

1. La prima modica riguarda l’articolo 30 della Costituzione cantonale e concerne i diritti politici dei Ticinesi all’estero: essa è necessaria per evitare discrepanze tra il catalogo elettorale federale e quelli cantonale e comunale. Il Ticino si adeguerà all’art. 18 della Legge federale concernente persone e istituzioni svizzere all’estero (LSEst), in vigore dal 2015, in base al quale i cittadini svizzeri all’estero esercitano il loro diritto di voto nell’ultimo Comune di domicilio (cpv. 1) e, se non ne hanno uno, nel Comune di origine (cpv. 2).

2. La seconda modifica permetterà di prolungare il termine per la raccolta firme per l’esercizio dei diritti popolari a livello cantonale e comunale: in particolare per le iniziative vi saranno 100 giorni di tempo invece di 60 e per i referendum 60 giorni invece di 45. Per questo è necessaria la modifica degli articoli 37, 42, 83, 85 della Costituzione cantonale.

3. La terza modifica è formale e riguarda l’articolo 82 della Costituzione cantonale, che regola la revisione della Costituzione nel caso di progetti con varianti.

4. Infine la quarta modifica concerne l’articolo 39 della Costituzione cantonale riguardante l’iniziativa popolare legislativa generica. Se la modifica sarà accolta, la votazione popolare non potrà più essere richiesta dai promotori di un’iniziativa popolare legislativa generica, nel caso il Parlamento accetti la loro proposta elaborando e approvando un testo di legge conforme all’iniziativa. Cosa assolutamente logica, direte, che avviene per tutte le iniziative generiche (popolari e parlamentari): in realtà no, poiché il 24 settembre 2017 i promotori dell’iniziativa popolare per l’educazione civica hanno sfruttato la poca chiarezza del testo costituzionale e hanno obbligato lo Stato ad organizzare una votazione popolare assolutamente pretestuosa per farsi propaganda. Da qui la modifica costituzionale decisa dalla maggioranza del Parlamento.

1 SÌ nella votazione federale

Il PS sostiene l’iniziativa popolare federale per «Fermare la dispersione degli insediamenti e per uno sviluppo insediativo sostenibile (Iniziativa contro la dispersione degli insediamenti)».

La gestione del suolo non funziona in Svizzera: ogni giorno vengono cementificati 8 campi di calcio! Lo sprawl urbano o dispersione degli insediamenti continua ad un ritmo forsennato. Un caso recente a Lugano è quello della grande speculazione immobiliare all’ex Centro BSI di Cadro, che la Banca EFG vorrebbe fare. Perché si vuole modificare il Piano regolatore per costruire decine e decine di appartamenti a Cadro, creando ulteriore traffico da e per la Città? Il PS, i Verdi e i Cittadini del territorio sono gli unici ad aver sollevato il caso!

L’iniziativa popolare contro la dispersione degli insediamenti indica la strada verso un’utilizzazione moderata del suolo, subordinando l’estensione delle zone edificabili ad un’equivalente compensazione (dezonamento) e limitando allo stretto necessario le costruzioni fuori zona edificabile. L’iniziativa popolare preserva pertanto il verde e le zone agricole in Svizzera. Inoltre essa favorisce la costruzione di immobili di qualità e sostenibili tramite una densificazione di qualità delle zone edificabili. Contrariamente a quanto affermano i contrari, le zone edificabili attuali in Svizzera sono già molto ampie e l’iniziativa non causerà in alcun modo una mancanza di alloggi.

Raoul Ghisletta, presidente PS Lugano