Lo scorso 16 marzo , sul nostro profilo twitter l’utente @damb90 ha postato, un tweet in cui chiede “Qualcuno in casa pensa forse di fare un po’ di sana autocritica per capire perché negli ultimi 35 anni Lugano è l’unica delle dieci più grandi città della Svizzera ad essersi spostata sempre più a destra?“. L’utente ha fatto riferimento ad un articolo Swissinfo, ripreso dal Gas.social in cui si riflette sullo spostamento a sinistra delle amministrazioni comunali delle principali città Svizzere. 

La municipale Cristina Zanini (anche lei attiva su twitter con il profilo @CristinaZaniniB), con l’intento di aprire un dibattito, ha voluto riflettere sull’interessante spunto proveniente dalla rete con una serie di considerazioni.

1) La Lega ogni tanto è con noi sui temi sociali.
Purtroppo e paradossalmente ha sdoganato la politica “all’italiana”: chiacchierona e incoerente. Il PS non riesce ad inserirsi bene in questa logica perché opera in modo ideale come dovrebbe essere, ma siamo in tempi avversi. Essere corretti e preparati non è pagante: vedi il recente articolo di Ghiringhelli su la Regione.

2) La realtà economica di Lugano è molto influenzata dall’Italia.
I bilaterali hanno aiutato lo sviluppo del cantone ma nel contempo hanno acutizzato le disparità e peggiorato la situazione di molti ticinesi. Normale quindi che ci sia una maggiore chiusura. Le posizioni di apertura del PS vanno quindi quasi sempre controcorrente e difendono soprattutto le persone più deboli, che non vanno a votare (frontalieri, stranieri e naturalizzati assenteisti).

3) La nostra presenza in associazioni sportive, ricreative, culturali è calata.
Vado a concerti di banda, attività sportive popolari, carnevali e feste di paese, ecc. e incontro poche persone del PS. Come pure si trovano ormai pochi nostri aderenti o simpatizzanti che si impegnano attivamente nelle associazioni sportive, ricreative, culturali. Bisogna riprendere, magari con nuove forme, l’impegno a lavorare sul territorio anche con attività più spicciole e ritrovare il piacere di stare assieme anche in modo semplice.

4) Il partito ha spesso posizioni contro i piccoli imprenditori,
Che sono stati per molto tempo una parte importante del nostro elettorato (ora passati ad altre forze politiche). Posso capire che la riforma fiscale è contro i nostri principi, ma l’abbinamento a favore di misure a favore della conciliazione famiglia lavoro è interessante per molte persone del ceto medio che lavorano in modo indipendente. Essere più di sinistra e combattere contro le disuguaglianze è giusto, ma il tempo delle rivoluzioni è passato. Dobbiamo anche dare valore a posizioni più pragmatiche e moderate, altrimenti perdiamo una buona parte di elettorato interessante e influente.

5) Siamo spaccati.
MPS, POP, PC, Verdi tutti divisi, ma nel contempo uniti nella maggioranza delle prese di posizione. Non riusciamo a superare un’atavica litigiosità e se non ci svegliamo un po’ siamo un passo da quello che vediamo a Sud. Scusate il pessimismo.

6) Fondamentalmente siamo ancora un cantone con radici contadine e senza una tradizione urbana.
Il movimento socialista si è affermato nelle altre città svizzere sin dall’inizio dello scorso secolo. Noi siamo molto in ritardo, su questo e anche sulle questioni ambientali sempre più urgenti. Nonostante ciò riusciamo spesso a dettare l’agenda, anche se abbiamo risultati poco esaltanti alle elezioni. Non sappaimo dare valore al nostro lavoro, perché passiamo sempre come “i maestrini che sanno tutto” (vedi 1)

7) Dovremmo riprendere a fare più formazione storica e politica.
Come si faceva un tempo. È veramente urgente e ne hanno bisogno soprattutto i giovani, ma non solo.