Lunedì 28.06.2021 presso la Sala Concerti di Castagnola si è tenuta la Tavola Rotonda CULTURA DEL TERRITORIO, TERRITORIO DELLA CULTURA: SGUARDI SULLA MOLTEPLICITÀ.

Ospiti: Pietro Martinelli, Niccolò Castelli, Andrea Fazioli, Laura di Corcia.

Dibattito sull’autogestione nella sala concerti di Castagnola, organizzato dal Partito Socialista Lugano, introdotto dalla copresidente Tessa Prati e moderato dalla giornalista Paola Leoni.
Pietro Martinelli ha tracciato la genesi dell’autogestione: dopo un primo tentativo nel 1990, ci fu nel 1996 l’occupazione dei molini Bernasconi di Viganello e nel 1999-2002 la soluzione cantonale del Maglio di Canobbio (vanificata dal rifiuto del Comune di Canobbio di cambiare il piano regolatore), prima che essa potesse approdare all’ex Macello. Lugano e il Ticino sono diventate una miniera d’oro: si pensi che in Città i terreni hanno centuplicato il loro valore in poche decine di anni. L’autogestione in questo contesto di miniera d’oro è fuori dal seminato e per questo è invisa a tanti.

Per la poetessa Laura Di Corcia la cultura serve a rimettere in questione l’esistente, come avveniva nei teatri greci: e serve anche a chi la osteggia, perché gli ha dato il diritto di esprimersi. In realtà si sta imponendo una cultura degli eventi, che è semplice merce da vendere e che nasconde un impoverimento culturale. Ci sono però anche delle reazioni positive nel territorio, come le manifestazioni a sostegno del Molino, di Rete 2 e anche lo sciopero delle donne.

Il problema maggiore nel caso dell’autogestione è la mancanza di conoscenza dell’altro secondo lo scrittore Andrea Fazioli: si deve invece cercare di mettersi nei panni degli altri, anche quando non se ne condivide il pensiero. Nel suo testo “Il commissario e la badante” ha voluto parlare di un’esperienza di accoglienza e conoscenza dell’altro in Ticino, tra una persona anziana locale e una persona straniera e musulmana: ed ha confessato che la solitudine accomuna lo scrittore ticinese con questi suoi personaggi.

Niccolò Castelli, regista e cofondatore dello Spazio 1929, considera un errore definire in modo manicheo cultura buona e cultura non buona. Occorre lasciar crescere le esperienze in una vera città e non ostacolarle con una burocrazia asfissiante. Accanto ai tanti eventi cittadini gratuiti dell’estate, Lugano dovrebbe in realtà permettere alla cultura di crescere dal basso. Occorre ovviamente lottare per questo.