L’articolo “Il tratto di Corso Elvezia che ti fa sognare l’America” a firma di Giuliano Gasperi apparso sul CdT lo scorso giovedì 6 luglio apre un’interessante riflessione riguardo il futuro di Corso Elvezia. Una strada che, priva oggidi traffico fino all’incrocio con Via Balestra, potrebbe essere trasformata nell’ottica di una riqualificazione urbana rivolta alla costruzione di strade adatte ai pedoni, alle biciclette e non solo alle automobili. Una riflessione che, a mio modo di vedere, potrebbe anche essere estesa ad altre strade o a piazze in attesa di una modernizzazione (vedi ad esempio il dibattito in corso su Piazza Molino Nuovo) o essere spunto per una visione più ampia nel pensare la viabilità futura dell’intera città.

Il tutto a favore di una riprogettazione moderna atta a rivalorizzare i temi della vivibilità e della sostenibilità urbana anche prendendo spunto da altre realtà e mutamenti in atto nelle principali città europee.

Vi porto l’esempio di Barcellona dove l’ex sindaca Ada Colau dal 2016 ha avviato il programma delle superillas, un processodi trasformazione urbana con l’obiettivo di ridare ai cittadini parte dello spazio attualmente occupato dai veicoli privati con spazi pubblici sani, più verdi , più sicuri e in grado di promuovere le relazioni sociali e l’economia locale.
Uno studio ha infatti dimostrato come anche i commerci locali abbiano tratto beneficio di queste trasformazioni. Cambiamenti che ho potuto davvero constatare con i miei occhi durante alcuni dei miei ultimi viaggi a Barcellona dove, nel quartiere dell’Eixample, questi cambiamenti sono tutt’ora in atto e verranno mantenuti dal nuovo sindaco socialista Collboni.
Con la realizzazione di nuovi viali alberati, aiuole, dog park, panchine, mini parchi giochi, aree verdi e punti di ritrovo e con il traffico limitato ai residenti e ai mezzi di servizio, un intero quartiere subisce una mutazione radicale e prende una nuova vita combattendo così degrado e inquinamento.

Una diversa visione nell’organizzare l’intero spazio pubblico urbano in cui è la persona a essere messa al centro di tutto fornendo spazi di qualità e di condivisione all’intera cittadinanza. Inoltre con il surriscaldamento climatico in atto e temperature medie delle città sempre più alte, il maggior verde aiuta anche a contrastare l’afa e a diminuire le isole di calore causate dall’asfalto.

Una grande sfida per Lugano, come per qualsiasi città moderna del 21° secolo, dovrà quindi essere quella di strapparla dal predominio delle automobili per restituirlo alle persone, un percorso obbligato se davvero si vorrà rendere la città più vivibile e accogliente.

Rodolfo Pulino
già consigliere comunale
Partito Socialista Lugano

 

Due video per approfondire: