di Rocco Bianchi, candidato per La Sinistra (PS-GISO-PC-FA-POP e Ind.) al Cc di Lugano

Il mondo occidentale si è sviluppato intorno alle città, costruite nei tempi dagli uomini per gli uomini. Con il boom economico e lo sviluppo della grande industria il richiamo dei centri urbani si è fatto molto forte, calamitando sempre più persone dalle campagne.
Quasi tutti abbiamo in testa l’immagine ideale delle città degli anni 60: i viali con le aiuole, le piazze piene di gente e biciclette, la ricca tavolozza di mercati, negozi e botteghe che arricchivano i centri urbani ed erano la vera forza economica del paese e il collante del tessuto sociale.

Negli ultimi decenni però questo stato delle cose ha iniziato a mutare, la qualità della vita nelle città a calare. Un’edilizia selvaggia, speculativa e incontrollata ha spesso ridotto interi quartieri ad alveari grigi e inospitali, all’interno dei quali albergano e proliferano malesseri e disagi, e svuotato da abitanti, commerci e piccole botteghe i centri, ormai ridotti a palazzoni colmi di uffici e privi di vita. Sono agglomerati sempre più deprivati dell’elemento umano, attraversati in auto di fretta (traffico permettendo) per raggiungere il posto di lavoro o il megacentro commerciale in periferia – i nuovi luoghi di aggregazione – con strade, piazze e viali trasformati da spazi vitali in tristi e maleodoranti lingue di asfalto.

Questa tendenza potrebbe se non essere invertita perlomeno contrastata con solo due piccoli passi: le nostre gambe devono tornare a essere il mezzo di trasporto privilegiato per gli spostamenti quotidiani. Muoversi a piedi o in bicicletta per andare in ufficio o a scuola eliminando l’auto per i tragitti brevi può avere un impatto notevole sull’inquinamento, fonico e dell’aria, e sulla nostra salute (decine di ricerche dimostrano come camminare ogni giorno, anche solo mezz’ora, riduce il rischio di malattie cardiovascolari, previene il sovrappeso e aiuta a combattere ansia e stress). Usare i mezzi pubblici, magari se non gratuiti perlomeno più buon mercato, per quelli a media e lunga concorrenza pure.

Una popolazione che si sposta in modo dolce non solo è più sana e felice, ma spinge le amministrazioni locali ad aumentare le aree apposite – zone pedonali, piste ciclabili, vie a 30 km/h… – contrastando così il degrado di molti quartieri. Perché riprendersi strade, viali e piazze è il giusto percorso per ridare linfa alla città e ai suoi commerci.
Questa in effetti è la strada intrapresa dalle grandi città occidentali, che stanno appunto rendendo i loro centri sempre più pedonali e ciclabili ed espandendo la loro rete di mezzi pubblici.

Se vogliamo lasciare una città vitale e vivibile ai nostri figli dobbiamo riprendere in mano le sue sorti, ricominciando appunto a viverla ogni giorno. Basta una piccola, semplice azione compiuta da molti: due piccoli passi verso centri urbani più a misura d’uomo. E un futuro migliore.