Condividere: dividere insieme con altri (del tempo).

La pandemia, con i suoi momenti più duri, ci ha mostrato l’importanza della socializzazione e dello stare assieme ad altre persone L’aver passato settimane intere senza poter condividere il nostro tempo con altri individui ci ha mostrato l’importanza di uno dei piaceri fondamentali della vita, forse prima ritenuto scontato. Ma è stato capito dal Municipio? Qui, alcune esperienze e punti di riflessione per affrontare la tematica.

Ascoltare i bisogni per cogliere le opportunità

di Tessa Prati e Filippo Zanetti, copresidenti

L’urgenza di incontrarsi, stare insieme, condividere momenti di svago e di riflessione, si manifesta in molti modi
e, negli ultimi tempi si è dimostrata centrale per il nostro benessere. A volte nasce in maniera spontanea, altre volte sono le associazioni ad avere l’iniziativa per noi. Qualche altra volta se ne fa carico il Comune che risponde “presente” a un bisogno di un gruppo di cittadini. Per capire meglio qual è, oggi, l’approccio dell’Ente pubblico alla promozione, al sostegno e alla gestione dell’aggregazione di persone, abbiamo chiesto ad alcune persone di raccontarci la loro esperienza, la loro visione e le loro necessità.

A questo proposito è interessante ricordare come è nato lo skatepark Lugano che proprio quest’anno festeggia il suo 20esimo anniversario. L’allora Municipio di Lugano, composto tra gli altri dal Sindaco Giorgio Giudici, da Giuliano Bignasca e dal compagno Giovanni Cansani, ha colto la sfida di creare un nuovo spazio dedicato agli skater, nonostante in quegli anni non fossero particolarmente benvoluti e diverse fasce della cittadinanza li considerassero dei teppisti sfaccendati. A quei tempi, Giudici era il Sindaco del Comune capace di far tremare il Cantone, del Comune dove i soldi erano tutt’altro che un problema e il benessere portato dalle banche per decenni aveva plasmato lo stile di vita e i gusti cittadini. Tuttavia, quel Municipio ha saputo ascoltare prima e sostenere poi la creazione di un luogo di aggregazione per i “teppisti” skaters che, come ci racconta Geri Hugo ospite della nostra intervista, rovinavano Piazza Indipendenza e ogni panchina, panchinetta o scalino che fosse. Giudici, il sindaco con i soldi, che portava avanti solo piani A (e non come ora, che di soldi veri se ne vedono pochi, e spuntano astrusi piani B) ha comunque permesso che si costruisse la casa degli skater di Lugano. Questo progetto, che all’epoca non è stato privo di opposizione, è diventato un luogo d’incontro e svago importante in città, che la caratterizza e la fa conoscere a livello internazionale. Questo progetto dimostra che la creazione di un luogo di aggregazione oggi punto di riferimento importante, non deve per forza costare milioni.