di Nico Nonella sul Corriere del Ticino dell’11 ottobre 2023

La fine dell’alleanza con i Verdi, il consolidamento di quelle con il PC e il Forum alternativo e l’incognita sulla presenza in lista della municipale uscente. Le comunali sono dietro l’angolo e di carne al fuoco, per il PS di Lugano, ce n’è tanta. Abbiamo incontrato i due copresidenti del PS di Lugano, Tessa Prati e Filippo Zanetti. «Non vogliamo una lista con un nome forte ma una aperta, che permetta all’elettore di sentirsi coinvolto e di poter scegliere tra diverse persone valide».

Comunali, Zanini Barzaghi si allontana «No a una lista con un solo nome forte»

Tessa Prati e Filippo Zanetti sono in carica da poco più di due anni e le comunali sono vicine. Li abbiamo incontrati per una chiacchierata sui temi più caldi.

Voi siete in carica da due anni e, causa legislatura breve, è già tempo dei primi bilanci. Saltata l’alleanza con i Verdi e cementata quella con Forum alternativo e Partito comunista, come sta il fronte progressista a Lugano?

«Il grande tema è che per una volta non c’è polemica a sinistra. Non vogliamo vedere solo le cose positive, però ci sembra di poter dire che con il PC l’alleanza è stata confermata e con il Forum siamo riusciti ad avere un canale di discussione che solo tre anni fa era qualcosa di impensabile, soprattutto a Lugano. I Verdi hanno fatto la loro scelta ma senza che ci fosse un attacco diretto verso la direzione della sezione. È meglio avere alleanze che non siano solo a scopi elettorali ma che siano di più ampio respiro; ed è quello che sembra essersi aperto in questi mesi con i Verdi».

L’unione con il PC, viste le posizioni del partito cantonale sulla guerra in Ucraina, non hanno però fatto l’unanimità, basti pensare all’opinione di Martino Rossi pubblicata su queste pagine…

«L’unanimità non c’è stata per poco, ma un fronte progressista non per forza deve avere un’unica via: può averne diverse. Negli ultimi anni la sinistra si è incaponita con la ricerca di grandi liste uniche che annullassero le differenze invece di capire che ciò che permette di attirare maggiori consensi è puntare anche su quelle sfaccettature che ci differenziano, senza nasconderle e pronti a ribadire la nostra posizione quando necessario. Il PC, con cui lavoriamo bene a Lugano, è una di queste sfaccettature».

Quanto pesa questo dibattito interno?

«Abbiamo sempre puntato sulla politica comunale, dove si tocca molto di più la realtà locale e molto meno quella cantonale o federale. Sarebbe sbagliato limitarsi a dire “non tutti i socialisti condividono le idee sulla politica internazionale che hanno i comunisti”. Dieci anni fa, quando c’era anche Martino Rossi in direzione, non era diverso. Noi sappiamo che con Edoardo Cappelletti si lavora bene e che il PC vale una percentuale che può aiutare ad avere un consigliere comunale in più per l’area progressista. La nostra idea è sempre stata di voler dare al PS un’immagine di apertura e di accoglienza, coscienti del fatto che al nostro interno ci sono delle opinioni che possono anche essere divergenti. E quanto fatto con il Forum e il PC va in questa direzione. Poi siamo riusciti a creare quel confronto che forse è un po’ mancato prima».

D’accordo, ma cifre alla mano PC e Forum portano in dote un paio di punti percentuali. Non c’è il timore di perdere il seggio in Municipio come nel 2008?

«No, la percentuale al CC dei Verdi è ben superiore a quella portata al Municipio: è chiaro che la lista unica con i Verdi al Municipio non ci ha premiato, proprio come non ha premiato a livello cantonale pochi mesi fa. Inoltre, puntiamo a presentare una lista sufficientemente aperta, forte ed eterogenea che permetterà di difendere il seggio».

Cosa vi fa essere ottimisti e non vi fa guardare con timore alla soglia psicologica del 10%?

«Guardiamo alle cantonali: con una partecipazione in calo, il mancato effetto traino della lista per il Consiglio di Stato e una tendenza per l’area rosso-verde comunque in discesa, il PS a Lugano è riuscito a fare 106 schede in più rispetto a due anni prima. Questo è un dato da cui ripartire».

Quindi il divorzio dai Verdi non vi preoccupa nell’ottica della frammentazione?

«Non parleremmo di divorzio: è stata come una separazione consensuale. Essere sulla stessa lista non significa essere una cosa sola. La nostra sfida è confermare il seggio in Municipio e quelli in Consiglio comunale. O, se possibile, aumentarli. Perciò vediamo di buon occhio la scelta dei Verdi di concentrarsi solo sul Legislativo e rafforzare il fronte progressista».

Avete parlato di lista forte: la grande incognita è legata alla presenza della municipale uscente Cristina Zanini Barzaghi (alla quale serve però una deroga, visto che ha raggiunto il limite dei mandati previsto dagli statuti). La decisione finale spetterà all’assemblea, ma in qualità di copresidenti la (ri)vorreste in lista o preferite nomi nuovi?

«Gli statuti della Sezione parlano di casi eccezionali in cui concedere la deroga; con Cristina ne abbiamo discusso regolarmente negli ultimi nove mesi e abbiamo sempre concluso che per sollecitare una deroga sono necessarie queste condizioni. Secondo noi serve una lista con persone che possano rappresentare il più possibile le diverse posizioni che ci sono in città. Non vogliamo una lista con un nome forte, come successo alle Cantonali, ma una aperta, che permetta all’elettore di sentirsi coinvolto e di poter scegliere tra diverse persone valide».

Preferite comporla con i nomi che ci sono in casa oppure non è esclusa una campagna acquisti?

«Non per forza si andrà a pescare qualcuno da fuori, ma se arriva (o troviamo) un profilo valido per completare una lista aperta, inclusiva, eterogenea, ben venga».

In questi anni l’impressione è che su alcuni temi il gruppo abbia seguito la linea del Municipio, mentre la direzione, e penso all’aeroporto, ha altre idee: il PS di Lugano dev’essere di governo o di opposizione?

«A livello comunale ci sono tre ruoli – Municipio, gruppo in CC e direzione – che possono portare avanti tre diverse opinioni che non per forza vanno d’accordo, ma che possono comunque essere tutte contenute nell’idea progressista. In Consiglio comunale l’opposizione c’è, non è un’opposizione di principio ma su temi puntuali. È chiaro che la grande sfida è comunicarlo verso l’esterno, soprattutto in tempi in cui la comunicazione è molto rapida e immediata».

Parliamo di un tema puntuale. Il possibile aumento del moltiplicatore dal 77 all’ 80% già nel 2024. Il PS da che parte sta?

«I soldi pubblici devono servire per gli investimenti a beneficio di tutti, e su questi il sindaco Foletti ha le braccia tendenzialmente corte: forse se si parla di alzare il moltiplicatore è proprio perché i grandi investimenti hanno preso un pochino la predominanza, ma se si lasciano indietro servizi e progetti meno imponenti non va per nulla bene. Non dimentichiamo che nei prossimi anni la grande sfida è rappresentata dal moltiplicatore differenziato per persone fisiche e giuridiche».

Come dicevamo, è già tempo di bilanci: guardandovi indietro, c’è qualcosa che vi rimproverate?

«Se dovessimo darci oggi una nota sarebbe 4: siamo giovani, ci mettiamo tanto impegno ma sicuramente facciamo errori. Abbiamo speso tanto tempo nel creare dinamiche interne che potessero esserci utili a lavorare e ne siamo soddisfatti. Questo ha forse lasciato meno spazio alla comunicazione verso l’esterno. Con il senno di poi avremmo potuto impegnarci di più per veicolare la nostra linea politica e invitare chi aveva delle critiche a farcele direttamente. Ma la nota finale la vedremo in aprile, e non saremo noi a darcela».