Potrei mettere in vetrina tante piccole e preziose cose sue che nel corso degli anni volle regalarmi: potrei.
Come potrei fissare su carta i tanti ricordi maturati durante le nostre frequentazioni e che il vento di questa giornata mena di qua, di là,  di giù, di su: potrei. Ma del caro Omonimo (come usavamo apostrofarci) posso e voglio solo rileggere questi versi, non so se ancora inediti, che anni fa mi spedì e, come ieri e come domani, dirgli semplicemente
“Ciao: ciao”.

Aurelio Sargenti