Ricordate la scenetta in Totòtruffa 62, film di Camillo Mastrocinque, in cui Totò vende la Fontana di Trevi a uno sprovveduto turista italo-americano di nome Ugo? A Lugano non si è ancora arrivati a vendere Palazzo Civico ad impreparati turisti: ci si è fermati, almeno per ora, alle disinvolte e facili autorizzazioni “speciali” di spazi pubblici per un uso privato a una nota famiglia di esercenti molto attiva nelle piazze e nelle vie della città.

Chi arriva in Piazza Cioccaro dalla via Cattedrale, da via Motta o dalla via Pessina non può che provare sgomento nel trovarsi davanti a una casa in legno che, oltre a occupare buona parte della piazza, oscura il Palazzo Riva – un edificio del ‘600 protetto a livello locale, cantonale e federale – nonché i negozi ospitati al pianterreno. Per non dire della violazione del contesto architettonico della piazza e del nucleo storico: un’offesa simile a quelle inferte dagli ambientalisti alle opere d’arte e a monumenti che sollevano «sospiri, pianti e alti lai» dei benpensanti.

“Sorpresa e disorientamento”, dunque, come ha potuto constatare il giornalista Alfonso Reggiani, che su «La Regione» ha riportato le giuste rimostranze di tutti coloro che in questi giorni transitano in Piazza Cioccaro.
Ma siccome «l’importante è esagerare sia nel bene che nel male senza mai farsi capire» ecco che gli intraprendenti fratelli (i cui nomi li apprendiamo dalla stampa) hanno pensato anche loro di esagerare chiudendo di fatto il passaggio pubblico attraverso il quale si raggiunge la “Prosciutteria Lino” – ça va sans dire – di loro proprietà: nei mesi caldi il porticato era soltanto (sic!) occupato da sedie e tavolini per cui chi voleva transitare doveva destreggiarsi tra allegri consumatori di spritz; ma ora che è arrivato il Generale Inverno i fratelli di cui sopra hanno pensato (un’altra volta) bene di coccolare i loro preziosi clienti chiudendo il porticato con pareti di legno e porte poste alle estremità del passaggio sulle quali hanno apposto, con ironia involontaria e volontaria arroganza, un cartello con la scritta “Passaggio pubblico”!

Altro sfregio al palazzo posto ai margini della Piazza della Riforma, che oggi ospita la banca UBS, ma che un tempo (dal 1746 al 1799) ospitò la gloriosa Tipografia Agnelli, faro di cultura e testimone delle grandi rivoluzioni. Ad abundantiam possiamo aggiungere che di sabato i nostri dinamici fratelli spesso espongono la loro preziosa merce sull’uscio di casa, nella trafficata via Pessina, obbligando, anche qui, turisti e cittadini a ingegnarsi tra tavoli e tavolini e code di clienti per passare senza arrecare danno a tartufi e simil bigiotteria.

Abbiamo segnalato un altro esempio di amministrazione allegra, forse disattenta (siamo buoni, siamo a Natale); facili concessioni ai soliti noti, esercenti che non vendono scarpe, ma libagioni. Nessuna richiesta edilizia, né notifica ai confinanti è stata fatta. Solo un’autorizzazione speciale (natalizia) è stata loro concessa, sembrerebbe, dalla polizia in base alla nuova legge degli esercizi pubblici. Come se l’edificio ingombrante e di qualità imbarazzante messo lì, in Piazza Cioccaro, fosse una buvette, una semplice mescita di bevande e liquori.

Insomma approfittando della “disattenzione” di chi dovrebbe controllare, i fratelli esercenti hanno voluto strafare occupando il suolo pubblico oltre il 30% concesso in tempo di Covid. C’è chi può.

Domande

  1. Corrisponde al vero che gli esercenti fratelli Gabbani non hanno fatto nessuna richiesta di licenza edilizia né hanno avvisato i proprietari di edifici confinanti prima di posare la casa di legno in Piazza Cioccaro?
  2. Se sì, in virtù di quale legge gli esercenti suddetti hanno potuto posare una simile e ingombrante costruzione, che non è una semplice buvette, in una delle più belle piazze di Lugano?
  3. La costruzione suddetta rispetta le condizioni poste dal Municipio in materia di agevolazioni Covid? In particolare, è stata rispettata la possibilità di ampliare la superficie di occupazione fino a un massimo del 30%?
  4. Quale contributo è stato richiesto dal Municipio per questa autorizzazione?
  5. Il Municipio ha ricevuto e/o ha accordato autorizzazioni speciali a/da altri richiedenti? Secondo quali criteri?
  6. Autorizzazioni affini (“permessi speciali”) saranno accordate a tutti coloro che ne faranno richiesta anche in futuro?
  7. Si può sapere qual è l’autorità che ha rilasciato questa “autorizzazione eccezionale” (così il vicesindaco Badaracco su Ticinonews, 8 dicembre)? Se sì a chi e secondo quali criteri?
  8. Non crede il Municipio che occupare con sedie e tavolini da bar un passaggio pubblico (si veda il porticato del “Palazzo UBS” in Piazza della Riforma) e addirittura chiuderlo con la posa di pareti e porte di legno sia una chiara violazione di legge, un sopruso? (Parrebbe che gli stessi esercenti ne siano coscienti tanto è vero che hanno posto sulle porte d’entrata e d’uscita un cartello con la scritta: “Passaggio libero”).
  9. Il Municipio non crede che il contesto architettonico delle Piazze, delle Vie del nucleo storico di una bella città turistica come Lugano andrebbe tutelato con maggiore attenzione?
  10. I confinanti e le attività commerciali sono stati informate dal Municipio di queste installazioni? Hanno avuto modo di visionare il progetto che si voleva realizzare e sottoporre al Municipio delle osservazioni? Sono previste delle compensazioni per i disagi subiti ?

Con ossequi.

Aurelio Sargenti, Edoardo Cappelletti (PC); Mattea David (PS); Carlo Zoppi (PS); Raoul Ghisletta (PS); Demis Fumasoli (FA);