Interpellanza del 24 agosto 2023

La polemica sull’Agenda scolastica 2023/24 è inevitabilmente finita, come pubblicamente richiesto dalla Lega, anche sul tavolo del Municipio di Lugano. Il quale ha deciso, nella caldissima giornata del 24 agosto u.s., che l’agenda scolastica in questione – frutto del lavoro di un gruppo di esperti interdipartimentale del DECS e del DSS, con la collaborazione dell’Associazione Radix, che si occupa della prevenzione del benessere pubblico – non s’ha da distribuire algi allievi di quinta elementare. Perché? Perché i docenti delle scuole comunali della nostra città «non sarebbero pronti ad affrontare il tema gender con gli allievi» (così Lorenzo Quadri, il quale dimentica che i docenti, in caso di necessità, possono sempre contare su una rete di esperti).

All’interno dell’agenda l’argomento dell’ identità di genere viene affrontato in maniera delicata. Nelle due pagine “incriminate” (delle molte che compongono l’Agenda scolastica 2023/24, che quest’anno ha come tema ‘lo sguardo’, cioè i giudizi degli altri e la lotta alla discriminazione) non vengono date indicazioni, ma poste soltanto delle domande. Per essere più precisi: nella pagina di sinistra abbiamo la storia di una persona non binaria; in quella di destra c’è un’altra persona che riconosce un tratto differente rispetto alla maggioranza e decide di accoglierlo senza discriminare; dunque, il testo propone un messaggio di inclusione, che è il tema generale di tutta l’agenda.

Non è certamente un’agenda scolastica che deve rispondere a quesiti così importanti come l’identità di genere, anche se può essere un buon punto di partenza. Forse è bene ricordare che «l’agenda non è, non può e non deve essere un trattato di medicina, di sociologia o di psicologia e non offre uno strumento di diagnostica per i giovani studenti e le giovani studentesse. Semplicemente presenta una storia. Il momento dell’approfondimento, eventualmente, arriva dopo» (Arianna Lucia Vassere, «Corriere del Ticino», 24 agosto). Ma, come bene ha scritto Alex Farinelli («La Regione», 22 agosto), «leggere banalizzazioni dove si scrive che “ogni individuo è libero di sentirsi maschio, femmina e magari in futuro cane, gatto o canarino” è qualcosa che urta e ci dimostra proprio quanto sia essenziale parlarne».

Insomma: non si tratta di propaganda gender o di un tentativo di lavaggio del cervello, come strumentalmente si vuole far credere. L’intento di chi ha creato l’Agenda 2023/24 (ricordo: un gruppo di specialisti interdipartimentale dell’educazione e del benessere pubblico) è quello di fornire un aiuto a chi, nell’età dell’adolescenza, sta affrontando un percorso di conoscenza di sé in parte più complesso rispetto a quello della maggioranza. E le due pagine finite sotto l’esame della politica possono aiutare, qualora ce ne fosse bisogno, a sviluppare una dibattito per una tematizzazione più ampia; un ragazzo o una ragazza può trovare sollievo nel leggere tra le pagine della sua agenda scolastica un racconto che si avvicini al suo vissuto o che lo aiuti a trovare delle parole per sentimenti sconosciuti e inespressi, che possono anche fare paura.

Domande:

  1. La decisione municipale di non distribuire l’Agenda scolastica 2023/24 è stata presa
    all’unanimità? Se no, con quale maggioranza?
  2. Quali sono stati i motivi che hanno portato il Municipio a decidere di non distribuire l’Agenda scolastica agli allievi di quinta elementare?
  3. Dalla dichiarazione rilasciata alla stampa (RSI, 24 agosto, ore 14:16) dal municipale Lorenzo Quadri si apprende che i docenti delle scuole comunali «non sarebbero pronti ad affrontare il tema gender con gli allievi». A parte il fatto che non si deve per forza affrontare tale tema, se non c’è una necessità, il Municipio condivide l’affermazione del collega? Se sì, su quali basi scientifiche (o semplicemente conoscitive) fonda la sua convinzione?
  4. I docenti delle scuole comunali sono stati interpellati dal Municipio prima di prendere la sua decisione?
  5. Il Municipio non ha pensato di distribuire l’Agenda scolastica 2023/24 alle famiglie lasciando loro la decisone se consegnarla o meno ai loro figli che a settembre frequenteranno la quinta elementare?
    Con ossequi.


Aurelio Sargenti (PS – Gruppo PS-PC), primo firmatario

Altri firmatari: Raoul Ghisletta (PS) Tessa Prati (PS) Mattea Davis (PS) Demis Fumasoli (FA)