A Lugano la parola “spazi” è ricorrente sia nelle richieste dei cittadini, che nei discorsi dei politici. Gli interessi in gioco però sono contrastanti: da un lato abbiamo gli artisti e gli start uppers che necessitano di luoghi in cui creare, dall’altro i giovani, gli anziani e le famiglie che chiedono luoghi di aggregazione; anche le associazioni attive sul territorio hanno le loro richieste, mentre i partiti di destra si preoccupano dell’occupazione o del degrado legato agli spazi.

Gli edifici pubblici in disuso da mesi o decenni, fatiscenti o funzionali, quali ad esempio ex scuole o sale multiuso, ex case comunali o magazzini comunali dismessi, sono sotto gli occhi di tutti. Il Comune ha provveduto a censirli nel 2020: si tratta all’incirca di 30 edifici. Mentre secondo la Polizia, nel 2021 gli edifici sia pubblici che privati a “rischio” di occupazione (il contesto in cui è stato effettuato questo calcolo è tristemente noto), erano ben 47.

Il censimento del Comune è avvenuto nell’ambito del virtuoso progetto SPIN (SPazi INsieme), che si prefigge di rinnovare e dare una nuova destinazione a questi spazi a favore della popolazione. Nel novembre 2021 per tale progetto il Consiglio Comunale ha stanziato un credito di CHF 3.3 Mio.

Nel quartiere di Pregassona questi fondi sono stati investiti nel rinnovamento della Ca’ Rossa, ex casa comunale ed edificio storico, che da decenni ospita il circolo anziani assieme alla biblioteca dei ragazzi. Come mai questo progetto ben riuscito, ma di fatto preesistente, non è stato d’ispirazione per ulteriori azioni “dal basso”, soprattutto in quartieri in cui ancora manca una chiara visione di sviluppo da parte del Comune?

Ad esempio, a Gandria vi sono più di un’associazione sensibile alla tutela dell’area, ed ulteriori iniziative private, in parte sostenute da enti federali per lo sviluppo territoriale, che intendono valorizzare e proteggere il nucleo ed i terrazzamenti. In questo contesto il Municipio potrebbe fungere da partner e sostenere tali iniziative locali, integrando il progetto di recupero della ex casa comunale nello spirito del progetto.

Perché in questi anni la Città non si è attivata promuovendo un concorso, chiedendo sia ai singoli cittadini, come pure alle piccole imprese o alle associazioni, di proporre progetti, più o meno concreti, volti a favorire il benessere e la salute, lo sviluppo economico, la cultura e l’integrazione fra generazioni e culture? Forse perché la politica vuole decidere quali sono i bisogni dei cittadini, ma senza di fatto ascoltarli? A titolo di esempio si potrebbe trovare uno spazio per i caffè di quartiere, riparazione e scambio abiti, come era stato fatto in occasione della Straordinaria, per delle zone verdi da adibire a orti o giardini ed in cui scambiare i frutti della terra, per degli atelier in cui artisti o giovani imprenditori possano confrontarsi e creare sinergie, ma anche per le forme di cultura indipendente. Tutte le voci contano. Tutti devono avere spazio.

È importante che la politica sia disposta a concedere spazi anche per breve tempo, per esempio in caso di attività stagionali, come avviene già per i bar di Lugano Marittima (già, perché per la “cultura dell’aperitivo”, fonte di introiti economici, gli spazi non mancano), o in caso di sedimi e edifici temporaneamente inutilizzati, la cui destinazione non è ancora stata (ri)stabilita o quando un progetto di riqualifica è ancora in fase di progettazione o approvazione.

Inoltre, non va dimenticato che ci sono pure svariate aree appartenenti a privati, che soprattutto per questioni di permessi edilizi ed economiche (i capitali da investire per rinnovare un edificio sono ingenti e il reddito che ne deriva non sempre elevato) rimangono inutilizzate, nonostante la popolazione potrebbe beneficiarne, anche solo temporaneamente.

Gli spazi (pubblici e privati) ci sono, le idee e le persone motivate pure,così come i crediti: la politica deve però capire l’importanza e il valore (sociale ma anche economico), che gli spazi liberi e aperti a tutti portano ad una città e la sua popolazione.


Jasmine Altin candidata della Sinistra al Consiglio comunale di Lugano, Lista 5, numero 1.