di Nina Pusterla, Partito Socialista

Candidata al Municipio donna, mamma di tre figli e insegnante, il tutto a Lugano: il tema del rapporto tra Lugano e famiglie mi si cuce addosso. Ecco dunque la sfida: riuscire a condensare le esperienze personali con quelle di coloro con cui mi confronto. Il titolo non è scelto a caso: Lugano ha bisogno di uno slancio propositivo e valoriale per migliorare la qualità di vita dalla prospettiva di una famiglia, ma certamente possiede già delle basi proprie (uno splendido territorio, denso di potenziale) e delle direzioni delineate (una politica di conciliazione lavoro-famiglia ben avviata).

1.LA FAMIGLIA LAVORA

Conciliare la vita professionale con quella familiare è una necessità, economica ed affettiva. Devono essere garantiti posti di asilo nido di qualità e a prezzi accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno. Ciò significa creare più asili nido e aumentare il numero delle educatrici e degli educatori, perché al momento non ci sono abbastanza posti. Come significa dare la possibilità di frequentare il nido ai bambini di genitori in formazione, o alla ricerca di un impiego. O ancora, significa chinarsi a riflettere sul contenuto degli asili nido: devono garantire una continuità didattica (obbligando così le famiglie, almeno sulla carta, ad una frequenza minima, spesso superiore alle loro necessità) o essere un aiuto puntuale, benché regolare?
D’altro canto Lugano deve anche contrastare una netta disparità tra uomini e donne: perché le donne che lavorano, quasi tutte lo fanno part-time, per ovvie necessità familiari, mentre gli uomini lavorano al 100%, e spesso non per scelta. Lugano deve assolutamente incentivare e supportare nella propria amministrazione e nelle partecipate la possibilità di lavoro part-time per tutti, uomini e donne: solo così entrambi i genitori potranno davvero occuparsi paritariamente dei propri figli.

2.LA FAMIGLIA VIVE

Vivere a Lugano con una famiglia è piacevole, perché le dimensioni ridotte si associano a possibilità e servizi da città vera. Tuttavia… tuttavia. Perché camminare a Lugano con il passeggino o un bambino a mano è così difficile, tra cantieri che nascono in una notte, marciapiedi alti, marciapiedi stretti, semafori corti? Perché prendere il bus è così complicato, tra mezzi che si fermano lontani dal marciapiedi e magari non si abbassano, utenti che non danno la precedenza o che sbuffano se vedono salire una famiglia? Perché molte piazze sono parcheggi, invece che luoghi di ritrovo dove gli adulti possano rilassarsi e i bambini giocare in sicurezza? Perché sui prati del parco Ciani ci sono cartellini risalenti a chissà quando che vietano di calpestare l’erba? Perché non ci sono dei percorsi in sicurezza per il tragitto casa-scuola? Perché moltissimi parchi gioco non sono ombreggiati in estate e illuminati in inverno? Perché…?

Emerge chiara la necessità di un cambio culturale e sociale, e non solo a favore delle famiglie: Lugano è un Comune per tutta la sua cittadinanza, e quindi per tutta questa deve sviluppare nuove modalità di accoglienza e supporto. Servono misure ed investimenti importanti, ma spesse volte bastano piccoli gesti, che contribuiscono però a un netto miglioramento della qualità di vita.