di Tessa Prati e Filippo Zanetti, copresidenti

Questa è un’edizione speciale del nostro periodico ma, nonostante ciò, abbiamo voluto mantenere il nostro approccio, partendo con un’intervista. Abbiamo voluto sentire i copresidenti del PS Ticino Laura Riget e Fabrizio Sirica che – suggerito i il titolo dell’intervista – ci parleranno dell’importanza di mobilitarsi in vista delle prossime elezioni del 2 aprile, della polarizzazione in atto e dell’importanza di avere posizioni forti, chiare e con al centro i bisogni delle cittadine e dei cittadini. Insieme possiamo rafforzarci come PS e come area progressista!

Laura, questa è stata una legislatura in cui la destra ha portato avanti molti dei suoi punti, primo fra tutti il Decreto Morisoli. Quale invece il bilancio della legislatura PS?

È stata una legislatura caratterizzata da una crescente polarizzazione del Gran Consiglio. Da parte nostra abbiamo portato avanti molte misure e proposte per difendere le fasce più fragili e il ceto medio, ma anche per rafforzare la formazione e difendere il territorio. La nostra ultima vittoria è stata la consegna delle firme per il referendum contro gli sgravi alle famiglie più ricche. Questi sgravi voluti dalla destra non aiuteranno chi davvero soffre dell’esplosione dei premi di cassa malati. Senza dimenticare il lancio della nostra iniziativa a favore del ceto medio tramite una riduzione mirata dei premi. Altro campo in cui siamo stati molto attivi è quello della formazione: pensiamo alla recentissima decisione di finalmente superare i livelli alle scuole medie e l’obbligo formativo fino ai 18 anni. Vorrei inoltre ricordare la vittoria su Valera, dopo anni di mobilitazione popolare. Non da ultimo, una delle nostre più importanti battaglie è sicuramente stata la consegna delle firme per l’iniziativa per un salario minimo più dignitoso. Dopo le manovre vergognose dello pseudosindacato TiSin ci siamo mobilitati e abbiamo raccolto oltre 12’000 firme per far sì che non si possa aggirare lo stipendio minimo ma migliorare il livello salariale attuale.

Fabrizio: perché avete promosso questa alleanza con I Verdi per le cantonali?

Perché insieme si vince. Già per le federali del 2019 questa alleanza si è dimostrata vincente e nell’attuale contesto polarizzato, dove la destra sta prendendo sempre più piede, è ancora più importante questa unità. Per questo abbiamo deciso di presentarci con una lista unitaria con I Verdi per il Consiglio di Stato e con una lista per il Gran Consiglio che integra alcune candidature del Forum Alternativo e della Gioventù Socialista. Questa scelta sancisce il nostro impegno a lavorare assieme alle altre forze progressiste per cambiare gli equilibri politici e avere finalmente un Ticino che unisca la giustizia sociale a quella ambientale. Un progetto politico costruito su una visione alternativa e alleanze che vanno al di là della scadenza del 2 aprile.

Laura: non è una contraddizione fare alleanza con le forze progressiste ma poi dire che è importante vincere come PS?

No, sono due obiettivi complementari. Il nostro sistema elettorale non permette di fare congiunzioni per il Consiglio di Stato e non esiste (ancora?) il sistema maggioritario. Per contare di più, era quindi necessario presentare una lista unitaria PS-Verdi che punti a medio termine al raddoppio in Consiglio di Stato. Noi e I Verdi siamo e vogliamo però restare anche in futuro due partiti separati, ognuno con le proprie sfaccettature e la propria storia. Per questo per il Gran Consiglio, dove il meccanismo elettorale è diverso, corriamo separati. È quindi fondamentale che come PS facciamo un ottimo risultato in Gran Consiglio, lì dove si fanno la maggior parte delle battaglie politiche. Vogliamo restare il partito di riferimento dell’area progressista ed essere i principali promotori delle battaglie per i lavoratori e le lavoratrici, per il clima e il servizio pubblico.

Fabrizio: quali sono le priorità per il Ticino?

Il ceto medio fa sempre più fatica. E la destra in parlamento non se ne accorge: è inutile avere finanze sane e una popolazione sofferente. Dobbiamo avere un atteggiamento equilibrato, che metta al centro i bisogni dei cittadini e delle cittadine. La maggioranza di destra dell’attuale Parlamento purtroppo vuole adoperare dei tagli alla spesa dello Stato mentre i problemi sono altri: come ad esempio la situazione attuale del mercato del lavoro che si traduce in un impoverimento della popolazione e nella fuga delle giovani generazioni. Da anni assistiamo da un lato a una stagnazione dei salari (e in alcuni settori addirittura una flessione), dall’altro all’aumento dei costi fissi come gli affitti e i premi di cassa malati. Ma oltre alla questione retributiva, vi è l’estrema precarizzazione del lavoro. Aumentano i contratti parziali che rendono le persone sottoccupate, esplodono i numeri degli interinali, dei contratti a ore e a termine. Non c’è da stupirsi che i giovani cerchino altrove migliori condizioni di vita. Un quadro allarmante! A questa fattispecie ticinese si deve aggiungere il problema globale dei cambiamenti climatici, che è la vera sfida per la nostra umanità, Ticino compreso.