Articolo di Martino Rossi dal Corriere del Ticino del 16.11.21.

Salvo per chi finge di non capire, la votazione del 28/11 sul PSE non è “per o contro lo sport”, ma per o contro la svendita di terreni per scopi extra-sportivi proprio dentro l’area di Cornaredo.
Tutti gli sportivi sanno che già oggi gli spazi sono troppo esigui per le numerose squadre che si alternano su quei terreni: FC Lugano, squadre giovanili, femminili, popolari (FC Rapid e altre).
Il mantenimento e la riqualifica, accanto al nuovo stadio, della pista d’atletica e del campo principale attuale da destinare domani agli allenamenti del FC Lugano è la premessa per risolvere i problemi di spazio. I campi a sud di “Via Stadio” (oggi posteggio) rimangono al calcio giovanile e amatoriale e all’Hockey su prato; nello sterrato fra questi e il cimitero, recuperato allo sport e non invaso dalla pista d’atletica che rimane dov’è, si possono allestire nuovi campi da gioco. È l’alternativa, preferibile e meno costosa, all’esilio al Maglio delle squadre giovanili e popolari.

La cessione a investitori privati della metà di Cornaredo (lato nord) non porta nulla allo sport, non riqualifica Molino Nuovo, non alleggerisce i costi per la Città delle strutture necessarie (stadio e palazzetto). È noto che il partenariato pubblico-privato ha permesso altrove di realizzare impianti sportivi a costi irrisori o nulli: a Neuchâtel, nuovo stadio senza costi per la città; a Lucerna, stadio e palazzetto dello sport per 15 milioni; a Sciaffusa, stadio con 2 milioni dalla città. A Lugano, la cessione di terreni dentro Cornaredo, gli interessi esosi pretesi dai partner e i modesti diritti di superficie da loro pagati comportano un onere ben più pesante. Comprese le spese già assunte e gli oneri finanziari, per i 27 anni entro cui tutti i nuovi impianti sportivi saranno ammortizzati la spesa sarà di 280 milioni e i diritti di superficie di 25: spesa netta 255 milioni!

Chiarito che i fautori del NO il 28/11 sono per “più sport a Cornaredo” e per un migliore rapporto costi-benefici del PSE, al Municipio non rimane che ripetere il mantra che non si può cambiare nulla, pena il ritardo di 7 anni (o 10 o 15…).
Eppure sappiamo che molto di ciò che è già stato fatto non è da rifare solo perché si rinuncia a una nuova sede per la polizia in pieno polo sportivo, a due torri e a quattro palazzoni per uffici e residenze. Giuristi e tecnici si sono chinati sul tema: la variante del piano di quartiere (è solo una domanda di costruzione), la definizione del nuovo finanziamento, la riconferma di HRS per il coordinamento del cantiere o la scelta di altro operatore non richiedono più di un anno compreso il passaggio in Consiglio comunale. A meno che il Municipio, offeso dal NO popolare, si converta in sabotatore, cosa impensabile, nonostante tutto…