da La Regione del 03 febbraio 2024

Oggi la resa dei conti all’assemblea della sezione di Lugano. Il copresidente socialista su Chiesa: ‘Ci hanno attaccati per Carobbio, ma qui si va oltre’

Il Partito socialista (Ps) ha già sufficienti regole interne e non è necessario aggiungerne di nuove per limitare le doppie cariche, sebbene il principio sia condivisibile. Questa l’opinione del copresidente della sezione del Ps di Lugano Filippo Zanetti, che replica al consigliere comunale Aurelio Sargenti e alla sua proposta, che verrà discussa durante l’assemblea odierna. E sulla candidatura di Marco Chiesa? «Occupa una delle cariche istituzionali più alte a livello nazionale, a destra gli scrupoli che ci facciamo noi evidentemente non se li fanno…». Nostra intervista in un contesto difficile per la sinistra, che deve lottare per difendere il seggio progressista in Municipio.

Perché non sosterrà la proposta di Sargenti?

Premetto che trovo che sia bello e arricchente che ci sia un dibattito interno e che ci siano proposte che arrivino ‘dal basso’, non solo dalla direzione della sezione. Il tema sarà all’ordine del giorno durante l’assemblea odierna ed è un argomento importante. In linea teorica condivido la proposta: sarebbe bello se potessimo avere una persona per ogni carica, evitando gli accumuli. Credo però che si debba fare i conti con una Realpolitik. E questa, impone che un sistema di regole sia rispettato e affinché questo succeda bisogna fare in modo che queste regole non siano troppo stringenti. In caso contrario si rischia un’iper-regolamentazione nella quale il margine di manovra diventa limitato e complesso.

E perché è meglio lo status quo?

È un elemento di valore avere rappresentanti sia nel Consiglio comunale (Cc) sia nel Gran Consiglio, poiché si crea un filo diretto su tematiche importanti, pensiamo ad esempio al Palazzo di giustizia. Inoltre, la possibilità di avere in lista per il Cc anche delle granconsigliere e dei granconsiglieri ha una rilevanza elettorale: aumenta la probabilità di portare voti di scheda e personali, contribuendo così al buon risultato del partito nel legislativo. Infine, ricordiamo che noi abbiamo già una regola interna che impone al massimo dodici anni, cioè tre legislature, nella medesima carica, salvo deroga. Questa norma contribuisce già a evitare un accumulo di cariche, in quanto sono comunque limitate nel tempo. In linea di principio condivido l’intento della proposta, ma non vorrei che venisse inserito nello statuto in maniera vincolante: rischierebbe di limitare troppo il margine di manovra della sezione e dei singoli. Bensì, mi piacerebbe che l’assemblea adottasse una risoluzione a sostegno del formato ‘una persona uguale a una carica’, ma senza introdurre una regola.

La vostra campagna parte dunque con un dibattito interno. E con un risultato non da tutti: siete (con Centro e Avanti con Ticino&Lavoro) una delle poche liste ad aver presentato tutti e sessanta i nomi necessari per il Cc. Non era scontato, vista la scissione del movimento di Amalia Mirante e il passo indietro dei Verdi e considerato che alle scorse tornate elettorali non ci eravate riusciti.

Vero. Trovo infatti che sia un segnale molto positivo per la sinistra. Significa che c’è una voglia di partecipare alla cosa pubblica e anche una necessità di difendere le idee progressiste che sempre di più sono sotto attacco dalla destra. E lo vediamo molto bene con gli ultimi accadimenti a livello cantonale sul Preventivo 2024.

Questa mobilitazione si rifletterà anche nei risultati del 14 aprile, evitandovi il rischio di restare fuori dal Municipio?

Visto il contesto delicato la prudenza è d’obbligo, il rischio di restare fuori c’è e questa è sicuramente una delle elezioni più difficili, perché c’è un vento che tira a destra e una frammentazione soprattutto a sinistra che non ci aiuta. I nostri obiettivi sono la conferma del seggio in Municipio e di quelli attuali (otto, ndr) in Cc. Sarebbe bello, in un contesto difficile crescere nel legislativo. Sperando che questo non accada a scapito dei Verdi: ci auguriamo che a crescere sia l’intera area.

A proposito di area, si citava la frammentazione. Come pensate di reggere al doppio ‘attacco’ da destra (Avanti) e da sinistra (Mps)?

Spiegando ai cittadini che i valori della sinistra sono determinanti e devono continuare a essere rappresentati in Municipio. Abbiamo scelto il nome La Sinistra per la lista proprio perché siamo gli unici a difendere i veri valori dell’area e allo stesso tempo a poter ambire a rappresentarli in Municipio. L’Mps, a differenza nostra, è tipicamente un partito di opposizione. Per quanto riguarda Avanti, come pure altre forze politiche quali Ticino&Lavoro e Più Donne: sono delle formazioni che rispettiamo, che hanno dimostrato di avere un seguito sul territorio, ma che fanno una politica diversa. Noi come sinistra storica dobbiamo essere in grado di parlare delle nostre sensibilità e dei nostri temi e far capire perché devono essere valorizzati.

Volgiamo invece lo sguardo a destra, dove a tenere banco è la candidatura di Marco Chiesa, che suscita diverse perplessità. Qual è il vostro punto di vista?

Fa pensare. Noi siamo qui a discutere dell’opportunità o meno che una persona occupi sia la carica di granconsigliere sia quella di consigliere comunale, e poi c’è qualcuno che occupa una delle cariche più alte a livello nazionale e vuole anche fare il municipale della città più grande del cantone, nonché della nona in Svizzera. Ci si chiede dove stia il rispetto dei valori della democrazia svizzera con questo cumulo di cariche, considerato che parliamo di cariche molto importanti e di particolare impegno. Come sinistra abbiamo subìto un grande attacco quando Marina Carobbio si è candidata al Consiglio di Stato senza lasciare il seggio agli Stati. Ma qui non siamo molto distanti, anzi si va oltre. Penso che qualsiasi candidatura, qualsiasi voto ricevuto, meritino rispetto.

Si specula anche molto sull’eventualità che rinunci a fare il sindaco, qualora fosse il più votato…

Non è un tema che riguarda la sinistra. L’abbiamo già visto questo gioco: nel 2013 la campagna era incentrata sulla domanda: ‘Chi farà il sindaco fra Borradori e Giudici?’. Non credo che sia nell’interesse di nessuno, se non di loro stessi, rientrare in un meccanismo del genere stavolta fra Michele Foletti e Chiesa. Gli elettori meritano che si parli di temi, di problemi e di soluzioni. Chiaro che una candidatura che esclude fin dal principio di ricoprire il ruolo di sindaco, quando la probabilità che lo diventi quantomeno di quindicina è elevata, parte zoppa e poco rispettosa dell’elettore.